Le cure palliative

Il termine ha origini antiche. Ai tempi dell’ Impero Romano il pallium era una sorta di mantello di lana rettangolare che si usava sopra la tunica e che serviva per coprirsi. Da qui il termine cure palliative, cure atte non a guarire, ma ad avvolgere di assistenza i malati e la famiglia, coprendo i sintomi della malattia e a dando quindi sollievo al paziente ed alla sua famiglia.

Scopo delle cure palliative è quindi quello di dare un aiuto concreto relativo al controllo del dolore, sia fisico che psicologico che sociale e non ultimo un sostegno spirituale alla persona colpita.

Una delle conseguenze più gravi di queste situazioni è sicuramente la “perdità di identità”. Tutto quello che il malato rappresentava, in termini di identità, ruolo sociale, reputazione, impegno lavorativo e familiare, viene improvvisamente a mancare facendo sentire le persone malate annientate e private della loro dignità. Ridare la dignità è uno degli scopi principali delle cure palliative. E’ un obiettivo molto arduo da raggiungere, ma la nostra volontà è caparbia.

Altro aspetto fondamentale delle cure palliative è che non si concentrano esclusivamente sul paziente ma cercano di dare un sostegno concreto e dello stesso genere, anche a tutte le persone che sono necessariamente coinvolte dalla situazione che si crea intorno alla persona.

L’undici novembre, giorno di dedicato a San Martino, si festeggia la Giornata Nazionale delle Cure Palliative, coerentemente con la vicenda del dono del pallio da parte del santo ad un povero anziano malato. Il secondo sabato di ottobre è invece celebrata la giornata iternazioanle delle Cure palliative.

Per chi volesse approfondire qui il link alla pagina di Wikipedia. Qui un approfondimento su Cicely Saunders, da cui è nata l’idea delle cure palliative.